Forli, 22 settembre 2022 – L’oncologia romagnola è un modello gestionale innovativo e virtuoso che può essere preso, ad esempio, in altre zone del nostro Paese. Nelle tre province di Ravenna, Forli-Cesena e Rimini ogni anno si registrano 8.000 nuovi casi di cancro con forte soddisfazione e alti livelli di sopravvivenza dei pazienti. Il merito di questo successo è da ricercare nell’ottima risposta che le strutture già oggi garantiscono ma che un più forte collegamento tra le attività dell’Istituto Tumori della Romagna IRST IRCCS “Dino Amadori” e l’AUSL della Romagna (una delle più grandi d’Italia) può far crescere. E’ quanto emerso dal congresso sul CCCRN (Comprehensive Cancer Care and Research Network della Romagna) che si è svolto in questi giorni a Forlì. All’Auditorium San Giacomo della città romagnola si riuniscono dal 20 al 22 settembre oltre 400 specialisti da tutta Italia per fare il punto sullo stato dell’arte della lotta al cancro. “Il CCCRN punta ad essere il fulcro dell’assistenza ai pazienti oncologici in Romagna – afferma il prof. Giovanni Martinelli, Direttore Scientifico IRST -. L’idea vincente è nata da un’intuizione geniale del fondatore dell’Istituto romagnolo, il prof. Dino Amadori che è scomparso due anni fa. Bisognava, secondo lui, creare una struttura che vedesse un IRCCS specializzato in onco-ematologia integrato con le strutture ospedaliere e le cure territoriali. Si trattava di una giusta visione in quanto è stato dimostrato che grazie ad un reale collegamento tra ospedale e territorio è possibile garantire ad ogni cittadino una migliore assistenza. Nelle nostre tre provincie da anni, grazie all’Ausl Romagna e a IRST, garantiamo a tutti prevenzione oncologica, screening precoci, terapie efficaci, esami di follow up puntuali e sostegno ai pazienti in fase critica avanzata. Con il CCCRN abbiamo creato delle piattaforme comuni per dare le stesse opportunità anche a tutti i medici specialisti e ai ricercatori. L’innovazione e il trasferimento delle conoscenze a tutti i professionisti sanitari vanno poi a vantaggio dei malati che possono ottenere così trattamenti e strategie di prevenzione più personalizzati”. Nella tre giorni di Forlì ampio spazio è dedicato al dibattito scientifico sulle ultime novità della ricerca medica. “Sempre grazie al CCCRN potremmo ulteriormente potenziare le azioni di ricerca; abbiamo condotto negli ultimi anni oltre 250 sperimentazioni cliniche garantendo così ai pazienti le cure innovative – prosegue il prof. Martinelli -. E’ un dato importante, di cui andiamo fieri e che dimostra ulteriormente l’eccellente livello dell’oncologia romagnola. Il futuro della lotta al cancro passerà dalle terapie integrate con i nuovi farmaci e dello sviluppo di nuove strategie terapeutiche. Ora abbiamo una maggiore e più approfondita conoscenza della biologia dei tumori che consente l’individuazione di diversi biomarcatori prognostici e predittivi di risposta e lo sviluppo di terapie e più mirate. L’obiettivo del prossimo futuro deve essere continuare a trarre ispirazione dai nostri pazienti, e dai successi già ottenuti, e riuscire ad aggiungere sempre più tasselli alla conoscenza e cura del cancro. L’IRST IRCCS è un punto di riferimento in tutta Italia consolidato per la gestione delle attività di ricerca clinica e riusciamo ad attrarre pazienti anche da fuori della nostra Regione. Vogliamo continuare a farlo attraverso l’impegno del nostro personale addetto alla cura e alla ricerca, al sostegno dei volontari, alla collaborazione coi professionisti dell’Azienda USL della Romagna e al sostegno del Servizio Sanitario Regionale e del Ministero della Salute”.